Agrilevante, l’edizione 2023 parte dal Ciheam di Bari
Nel corso della conferenza stampa di presentazione della rassegna, il direttore del Ciheam Maurizio Raeli ha sottolineato il ruolo strategico della meccanizzazione per la sicurezza alimentare. Il vicesindaco di Bari Di Sciascio ha sottolineato l’importanza della kermesse per l’intero territorio urbano del capoluogo, mentre l’assessore regionale Pentassuglia ha ribadito l’importanza dell’innovazione per il rinnovamento e l’evoluzione delle economie agricole. Interventi anche del presidente e del direttore generale di FederUnacoma Alessandro Malavolti e Simona Rapastella.
Parte dal Ciheam di Bari - la struttura internazionale specializzata nell’alta formazione agronomica - la corsa verso l’edizione 2023 di Agrilevante. Nel contesto del polo formativo barese si è infatti tenuta questa mattina la conferenza stampa di lancio dell’esposizione internazionale delle macchine e delle tecnologie per l’agricoltura del Mediterraneo, che andrà in scena nel quartiere fieristico di Bari dal 5 all’8 ottobre. Dinnanzi ai giornalisti presenti, e in collegamento streaming dai Paesi del Bacino, il Direttore del Ciheam Maurizio Raeli ha ricordato non soltanto il ruolo centrale svolto dall’istituto nello sviluppo delle conoscenze e delle tecnologie agricole, ma ha ribadito l’importanza della partnership con FederUnacoma. «Oggi rinnoviamo, per la terza volta, la firma del Protocollo d’Intesa tra Federunacoma e Ciheam Bari, allo scopo di promuovere il know how italiano della meccanizzazione e delle tecnologie legate anche ai settori dell'irrigazione e dell’agricoltura di precisione nei Paesi terzi, dove - ha spiegato Raeli - la sicurezza alimentare e l'innovazione italiana potranno fornire opportunità di sviluppo e occupazione».
In questa prospettiva, la rassegna si inserisce in un contesto molto complesso ma anche molto promettente per lo sviluppo della meccanizzazione. E’ quanto ha segnalato nel suo intervento il presidente di FederUnacoma, Alessandro Malavolti, che ha evidenziato sia le criticità determinate dalla riduzione delle risorse idriche e dalla frammentazione delle proprietà fondiarie, sia le potenzialità di crescita delle economie agricole del Mediterraneo.
La rassegna barese si è strutturata proprio per rispondere alla domanda di tecnologie specifiche per tutte le principali filiere dell’area - ha spiegato il direttore generale di FederUnacoma Simona Rapastella - con particolare riferimento a quelle cerealicole, zootecniche, vitivinicole, olivicolo-olearie e soprattutto ortofrutticole, e per mostrare i nuovi scenari tecnologici creati dalle più avanzate applicazioni elettroniche e robotiche.
Un evento come Agrilevante coinvolge non soltanto l’Ente Fiera del Levante ma l’intera città capoluogo. La grande kermesse del Mediterraneo è una grande sfida non soltanto sotto il profilo organizzativo, ma sul piano culturale - ha detto il vicesindaco di Bari Eugenio Di Sciascio - perché in questo momento storico, con una guerra alle porte dell’Europa, il tema della sicurezza alimentare e dei modelli produttivi acquista una nuova centralità.
Per un settore agricolo che deve progredire costantemente l’innovazione costituisce un processo di evoluzione naturale e di rinnovamento, rispetto al quale è necessario proporre un approccio nuovo. In questa prospettiva - ha sostenuto a conclusione della conferenza stampa, l’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia - la rassegna di Agrilevante deve rafforzare il ruolo dell’agricoltura come leva dello sviluppo umano e come fattore di pace e solidarietà tra i popoli.
Gli ultimi Comunicati stampa di FederUnacoma
La congiuntura economica frena il mercato delle macchine agricole a livello globale, ma la rassegna dell’EIMA, che si è conclusa ieri sera a Bologna, non conosce battute d’arresto e registra il suo massimo storico. Oltre 346 mila presenze, di cui 63 mila estere da 150 Paesi, per conoscere le tecnologie più innovative per ogni tipo di agricoltura. La domanda di meccanizzazione resta potenzialmente molto alta – spiegano gli organizzatori di FederUnacoma – e il mondo agricolo ha bisogno da subito di conoscere le innovazioni e di pianificare i propri investimenti.
Prende il via a Bologna la 46ma edizione dell’esposizione mondiale delle macchine per l’agricoltura 1.750 le industrie partecipanti, delle quali quasi 700 estere, a copertura di ogni segmento di mercato. Modelli di macchine all’avanguardia e sistemi digitali avanzati per un’agricoltura sempre più scientifica, e connessa con il sistema dei servizi e con gli altri settori produttivi.
Il valore complessivo della produzione nazionale di tecnologie per l’agricoltura e per il giardinaggio si avvia a chiudere l’anno con un calo del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, fermandosi a 13,2 miliardi di euro. La flessione dovuta alla contrazione della domanda interna, ma soprattutto al rallentamento dei mercati esteri, i quali contribuiscono in misura significativa al fatturato delle aziende agromeccaniche italiane. FederUnacoma: per la ripresa, necessario attendere la seconda metà del 2025.
Il settore delle macchine agricole è destinato a crescere in modo consistente nei prossimi anni, ma cambierà la geografia dei mercati. Le grandi piazze dell’Europa e del Nordamerica manterranno un alto livello di investimenti per garantire standard qualitativi elevati, e i due colossi asiatici India e Cina tenderanno a stabilizzare la meccanizzazione sui grossi quantitativi raggiunti in questi anni, ma i mercati emergenti saranno quelli del Sud Est Asiatico e dell’Africa. Questo lo scenario descritto questo pomeriggio a Bologna nella conferenza di presentazione di EIMA International, la rassegna mondiale della meccanica agricola, in scena al quartiere fieristico cittadino da domani 6 novembre fino a domenica 10.
La domanda di macchinario agricolo è destinata a crescere in modo molto consistente - è stato spiegato nel corso della conferenza dalla Presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio - in quelle regioni del mondo nelle quali si registra un forte sviluppo dell’agricoltura a causa della crescita demografica, e quindi sono necessarie dotazioni tecnologiche molto maggiori di quelle attuali.
Un Paese chiave - è stato illustrato in conferenza - è l’Indonesia, che già oggi conta quasi 300 milioni di abitanti segnalandosi come uno dei più popolosi al mondo e destinato ad incrementare ulteriormente il proprio peso demografico nei prossimi anni. In Indonesia le importazioni di macchine agricole sono in crescita costante da 15 anni a questa parte, e sono passate da un valore di 140 milioni di euro nel 2009 ad un valore di quasi 700 milioni nel 2023 (crescita media dell’8,6% annuo), con la previsione di ulteriore incremento nei quattro anni prossimi 2024-2027 del 6,7% annuo.
Ma in crescita risultano anche le importazioni di macchine agricole negli altri popolosi Paesi del Sud-est asiatico: il Vietnam (100 milioni di abitanti) prevede incrementi nelle importazioni del 6,2% annuo nei prossimi quattro anni; le Filippine (110 milioni di abitanti) dovrebbero incrementare l’import del 7,8% nei prossimi quattro anni; mentre la Thailandia (71 milioni di abitanti), dopo una crescita molto lenta negli ultimi quindici anni pari ad appena l’1% medio annuo, si prevede passerà nel periodo 2024-2027 ad un incremento annuo del 6,8%.
La variabile demografica è ancora più influente nel continente africano, se è vero che l’Africa Sub-sahariana nel 2050 coprirà da sola il 50% della crescita demografica mondiale. Nel continente africano spicca la Nigeria, che già oggi conta 230 milioni di abitanti e che nel 2050 ne conterà oltre 400 milioni (imponendosi come il terzo Paese più popoloso al mondo), seguita da Etiopia e Repubblica Democratica del Congo, entrambe nettamente oltre i 100 milioni di abitanti e destinate ad una crescita vistosa nei prossimi vent’anni entrando nel novero dei 10 Paesi più popolosi del Pianeta.
In Nigeria appena il 46% delle terre coltivabili è oggi utilizzato - è stato detto nel corso della conferenza - e nella Repubblica Democratica del Congo un esiguo 10% dei terreni arabili è oggi impiegato per l’agricoltura, così che la messa in produzione di nuovi territori rappresenta una priorità per questi come per altri Paesi del continente, con un incremento della domanda di tecnologie nell’immediato futuro (da qui al 2027 l’importazione di macchinario agricolo crescerà del 7% annuo in Etiopia e del 12% in Congo), ma più ancora nell’arco dei prossimi vent’anni.