La confederazione degli industriali lancia nuovamente l’allarme sull’aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali che mette in difficoltà il sistema produttivo e minaccia la chiusura di molte aziende.
Aumento del 13% per il petrolio nello scorso dicembre rispetto al pre pandemia del 2019, più 57% per rame, più 58% per cotone. Il gas naturale in Europa ha raggiunto poi un incremento del 723% con il conseguente aumento dei costi energetici per le aziende passati dagli 8 mld del 2019 alla previsione di 37 mld per l’anno in corso.
Questi rincari sono stati assorbiti al momento nei margini e per questo l’inflazione in Italia, seppure sia in crescita (+3,9% annuo) è più bassa che altrove e, al netto di energia e alimentari, è moderata (+1,4%). Molte imprese stanno però programmando periodi di chiusura temporanea perché non è più conveniente produrre.
Confindustria chiede al governo di intervenire sulle componenti fiscali e parafiscali della bolletta elettrica e del gas, di aumentare la produzione nazionale di gas e riequilibrare gli approvvigionamenti esteri e di riformare il mercato elettrico.