Nell'ambito delle iniziative collaterali di Agrilevante 2025, ITABIA (Italian Biomass Association) in collaborazione con FederUnacoma ha organizzato una visita tecnica per visitatori e giornalisti esteri presso l'impianto di biometano Bel Agri, situato in provincia di Foggia. L'iniziativa ha permesso di conoscere da vicino un modello virtuoso di bioeconomia circolare applicato al settore agricolo, dove gli scarti diventano risorse e contribuiscono alla lotta ai cambiamenti climatici. L'impianto, realizzato nel 2022, rappresenta un esempio concreto di come l'innovazione tecnologica possa valorizzare i sottoprodotti del settore agroalimentare pugliese. Ogni anno vengono trattate circa 70.000 tonnellate di materiali che altrimenti rappresenterebbero un problema di smaltimento: principalmente residui della molitura delle olive (la cosiddetta "sansa"), deiezioni avicole (pollina) e scarti di ortaggi come pomodoro, carciofo e finocchio. La posizione strategica in Puglia – prima regione italiana per produzione di olio d'oliva – consente all'impianto di approvvigionarsi in un raggio di 40 chilometri, con punte di 60 trasporti giornalieri durante il periodo di raccolta delle olive, da ottobre a gennaio. Ciò che rende questo impianto particolarmente innovativo è la sua totale autosufficienza energetica. Tutta l'energia elettrica e termica necessaria al funzionamento viene infatti autoprodotta utilizzando una parte del biogas generato. Il risultato finale è la produzione di circa 40 milioni di metri cubi all'anno di quello che la normativa europea definisce “biometano avanzato”, immesso direttamente nella rete del gas naturale. La qualità del biometano prodotto è talmente elevata (99,9% di metano) da superare quella del gas naturale tradizionale, tanto che Snam lo utilizza per migliorare la qualità complessiva del gas in rete. Ma il ciclo non finisce qui perché il digestato che rimane a fine processo – dopo essere separato in frazione solida e liquida – ritorna nei campi agricoli come fertilizzante naturale, contribuendo a mantenere la fertilità dei suoli. La frazione solida, in particolare, viene anche utilizzata per la realizzazione di campi sportivi grazie alla sua elevata capacità di trattenere l'acqua. I benefici ambientali dell'impianto sono significativi, giacché ogni anno permette di evitare il consumo di oltre 3.800 tonnellate di petrolio e la conseguente emissione in atmosfera di 11.500 tonnellate di CO₂ di origine fossile. "Si tratta di un modello replicabile in molti altri contesti - hanno sottolineato i responsabili di ITABIA durante la visita - evidenziando come l'impianto, costato circa 10 milioni di euro, rappresenti il primo di una serie di progetti simili previsti nell'area tra Puglia, Campania e Basilicata. L'iniziativa si inserisce nel più ampio programma di Agrilevante dedicato alle bioenergie, con l’area espositiva realizzata da Itabia per le macchine e i sistemi di gestione delle biomasse agricole a fini energetici.