I “rifugi climatici”, la soluzione green all’emergenza meteorologica

10.10.2025
Presentate ad Agrilevante le nuove tendenze per il verde urbano. Scienza urbanistica, agronomia e ingegneria meccanica al lavoro per creare e mantenere coperture vegetali che offrano refrigerio ai cittadini, sia in esterno sia all’interno degli edifici pubblici.

L’emergenza climatica mette in crisi le città e peggiora la qualità della vita delle persone. I “rifugi climatici” (definiti come spazi pubblici - aperti o chiusi - che possono offrire confort termico adeguato durante le giornate di temperature estreme) rappresentano la risposta più ecologica ed efficace. Se ne è discusso oggi pomeriggio alla fiera di Bari, nell’ambito di Agrilevante, nel convegno dal titolo “Rifugi climatici: soluzioni green per le aree urbane”, moderato dalla giornalista RAI Bianca Santoro. I dati sul riscaldamento dell’atmosfera sono impietosi – come ha spiegato Elena Camilla Pede del Politecnico di Torino – se pensiamo che il 2024 è stato l’anno statisticamente più caldo mai registrato, e che una quota crescente di decessi, soprattutto tra la popolazione anziana, è oggi attribuibile in modo più o meno diretto agli effetti del caldo. In una città come Barcellona – ha spiegato la ricercatrice – si registrava in media una ondata straordinaria di calore ogni quattro anni, mentre nelle ultime stagioni la media è passata ad un minimo di due ondate ogni anno. A fronte di questo, le nuove tendenze urbanistiche puntano sulla creazione di aree nelle quali l’asfalto viene sostituito con la terra, e nella quale si dispongono coperture vegetali secondo criteri che favoriscono il refrigerio e la creazione di piccole oasi bio-climatizzate. Ma i rifugi climatici possono essere realizzati anche all’interno di edifici, ad esempio nelle biblioteche pubbliche, operando le trasformazioni necessarie ad installare le coperture vegetali. L’obiettivo indicato dai tecnici per la città di Barcellona – ha concluso la docente – prevede che entro il 2050 siano presenti rifugi raggiungibili in cinque minuti, in ogni parte della città. Molte delle coperture vegetali che compongono oggi l’arredo urbano hanno funzione anche di mitigazione climatica – ha spiegato Marco Devecchi dell’Università di Torino – e conviene dunque investire in soluzioni come le alberature, nei viali ma anche nelle aree parcheggio, i rinverdimenti parietali (verde verticale), i giardini pensili e le siepi di essenze aromatiche appositamente selezionate, che creano ombreggiatura e attenuano gli effetti della calura. Fra gli interventi in corso nella città di Torino – ha spiegato Devecchi - si segnala quello relativo all’area antistante il Castello del Valentino, nella quale l’obiettivo è “desigillare” la superficie di asfalto e sostituirla con terra e materiale naturale, mentre anche la realizzazione di prati fioriti è indicata come fattore di mitigazione climatica. La realizzazione dei rifugi climatici, tuttavia, non è possibile senza una gamma di macchine e attrezzature in grado di realizzare gli interventi e di garantire la manutenzione degli spazi verdi. Su questi aspetti si è incentrato il contributo di Marco Menghi, del Servizio Tecnico FederUnacoma, il quale ha descritto le principali tecnologie per il gardening oggi realizzate dall’industria del settore, con particolare riferimento a quelle dotate di motore elettrico. In questo caso i mezzi elettrici offrono un minore inquinamento acustico, una più facile manutenzione, un livello più basso di vibrazioni, oltre che naturalmente un impatto zero a livello di emissioni. I sistemi digitali applicati alle macchine - ha concluso Menghi - sono molto utili anche nei contesti urbani, per la mappatura scientifica delle zone d’intervento e per la programmazione delle manutenzioni in modo sempre più puntuale e calibrato.


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